Ricerca

Una bandiera, un pugno di terra, una chiave

Lezione magistrale del Prof. Giancarlo Poidomani per gli alunni delle classi III B, E, F di Scuola Secondaria di Primo Grado

Utente RGIC825001-aut

da Rgic825001-aut

0

Negli ultimi anni dagli scenari internazionali giungono continuamente alle orecchie dei nostri alunni parole contrapposte: violenza, uccisioni, guerra da un lato; accordi, giustizia, pace dall’altro. Sono aspetti che non si conciliano. Si chiedono se si possa vivere senza le armi, se si possano decidere le sorti di un conflitto senza la guerra.

La storia del ventesimo secolo che gli alunni delle classi terze si trovano ad affrontare nel loro percorso di studi è costellata di totalitarismi, conflitti bellici, persecuzioni.

In seguito ad una richiesta da parte di alcuni alunni della Scuola Secondaria di I grado di avere approfondimenti circa il conflitto arabo – israeliano che negli ultimi mesi ha subito una forte intensificazione, la nostra scuola ha avuto il piacere di ospitare il prof. Giancarlo Poidomani, docente di Storia Contemporanea presso l’Università degli Studi di Catania, per un dialogo con gli alunni sulle origini del conflitto.

Le classi che hanno preso parte a questa lezione sono state la III B, la III E e la III F e hanno prontamente risposto alle sollecitazioni proposte dal professore circa la nascita dello Stato Nazionale, il senso di appartenenza di un popolo alla sua terra e il desiderio di democrazia che sta alla base dello Stato moderno, tracciando così le tappe fondamentali della Storia Contemporanea dalla Rivoluzione Francese ai giorni nostri.

Una bandiera, un pugno di terra, una chiave, sono stati gli oggetti mostrati da Giancarlo Poidomani per spiegare il senso di appartenenza di un popolo alla propria terra e la lotta che certe volte scaturisce dalla difesa di questa terra. L’ultimo simbolo è stato il ramoscello di ulivo, simbolo di pace, che ci è stato lasciato come augurio di fine dei tutti conflitti che dilaniano oggi varie parti del mondo.

Galleria fotografica

Articolo e immagini
DANIELA ZACCO